LA GRANDE OCCASIONE DI JESSE E JAMES

By Maria

Ore 9:30 AM, Quartier generale del Team Rocket

Quella mattina sarebbe stata memorabile per tutta l'organizzazione, nonostante nei tetri e metallici sotterranei della base del Team Rocket, nascosto sotto le grandi vallate della regione di Flarea, l'atmosfera sembrase quella di ogni altro giorno. Certo non si poteva dire che da un po' di tempo a quella parte i membri se la passassero troppo bene, ma presto l'ora del cambiamento sarebbe arrivata. James, giovane cdetto nonchè primo impiegato assieme alla sua compagna Jessica nella missioni di massima priorità ed importanza per le sorti della squadra, scese la scala per il magazzino cercando con gran fretta la collega.

Jessica? Jessica!

James, vieni! Sono quaggiù! Un insoluto fumo particolarmente fitto offuscò per qualche secondo la sua vista, ma benchè temporaneamente impedito James riuscì a proseguire fino alle porte principali d'accesso dalla superficie, trovando Jessica tutta impegnata a controllare e schedare gli ultimi arrivi.

Buongiorno, Jessica.

Buongiorno a te, James.

Cos'è tutto questo fumo?

Proviene da quelle casse là in fondo, ma fra poco sparirà. Si tratta di un Pokèmon pressoche nuovo e già evoluto, credo si chiami Dark Magneton. Quando reagisce col legno fa sempre così, ma d'altro canto, ora come ora, casse di ferro costano troppo.

Capisco. Così ti hanno messo a fare il magazziniere, eh?, sogghignò il cadetto dai capelli castani.

Io non ci rido!

si scaldò Jessica

Tutto ciò grazie alla politica economica del capo! E poi chi ci rimette? Noi sottoposti! Ed io che mi ero data tanto da fare! Se ci credi, la mia consolazione è che non abbia fatto la stessa fine anche tu.

Te ne sono molto grato.

Cosa ti mandano a fare qui, e da dove?

Mi mandano a dire che tra breve, dopo la pausa, il capo vuole tutti gl'impiegati della squadra elitaria nel suo alloggio. Sembra che sia una cosa della massima urgenza. Jessica guardò James per un lungo attimo, stranita; poi, con un sospiro, rispose:

Se vuole solo noi, deve esserlo per forza., tornando nuovamente al suo lavoro di catalogazione degli esemplari imballati in gabbie.

Cosa c'è?

chiese James stupito da una tale reazione

Pensavo saresti stata un po' più entusiasta!

C'è che non c'è più un vero motivo per essere entusiasti. Tanto, anche se fosse un incarico importante, so già come andrebbe a finire. Non c'è bisogno che ti rimandi all'anno passato. Il solo fatto che io sia finita quaggiù è la palese dimostrazione del compenso che ci tocca per i nostri sforzi.

Jessica, capisco il tuo stato d'animo, ma dobbiamo cercare di lavorare. La situazione è precaria da un pezzo, e si sa; per questo credo che possiamo sentirci in pace con noi stessi avendo dato il meglio, non avendo vinto.

Ma il capo vuole la nostra vittoria. O ci sbatterà, mi sbatterà! quaggiù a vita!

Chi se ne frega di quello che il capo vuole? Non possiamo morire per lui. Io sono qui da cinque anni, tu da tre; abbiamo sempre fatto il possibile. Forse non siamo stati in grado di soddisfare le sue aspettative, ma non possiamo e non dobbiamo farcene una colpa.

E vabene, James, mi hai convinta... cercherò di credere di nuovo in quello che faccio.

Brava! Così si ragiona! E mi raccomando!, stamane dal capo ti voglio grintosa! Ti saluto, adesso, il nostro rispettabile e distinto datore di lavoro sarà di ritorno tra pochi minuti, ed io devo andare a volente o nolente a curarmi di quella peste di Dark Persian.

Dark Persian? rise Jessica di gusto quella bestiaccia è ancora viva?

Non chiamarla bestiaccia... e poi non è vero, è buono... quando ha lo stomaco pieno. Jessica rise ancora più a quel sospiro rassegnato.

Buona fortuna, pregherò per te se devi ancora dargli da mangiare!

Buon lavoro, e a dopo! Ciò detto, James risalì le scale, mentre una potente folata di vento scompigliava i capelli lunghi e rossicci della sua collega alla chiusura del portello. Lui e Jessica, impiegati nell'organizzazione fin dalla loro prima giovinezza, erano mandati sempre in coppia e usavano avere la massima cura l'uno dell'altra. Per tutto quel tempo avevano lavorato, truffato, ingannato, rubato, causato guai inimmaginabili per tutta la regione, sempre assieme. E soprattutto, assieme erano sempre fuggiti. Nel mondo esterno, con cui venivano in contatto soltanto durante i loro bizzarri incarichi, molto e molto poco si sapeva del Team Rocket; si conoscevano all'incirca le losche facce dei pesci piccoli, si pagavano i problemi da loro creati, e per prenderli in giro si diceva spesso: "La specialità principale del Team Rocket è scappare". Nle caso di Jessica e James questo era sacrosantamente vero. Ma, discorsi a parte, erano ignote alle stesse forze dell'ordine le due informazioni cruciali: la ! locazione della base e l'identità del suo misterioso dirigente. Nemmeno i suoi uomini ne pronunziavano il nome e non usciva quasi mai dal quartier generale sotterraneo, se non per motivi urgenti o per guidare le classiche grandi fughe di massa da una federazione di stati all'altra.

Bello... ehi? Ehi, persiano! Vieni qui, gattone...?, disse James entrando nelle stanze private del capo con il consueto sacchetto di mangime ed una ciotola. Dark Persian era il Pokèmon gatto del capo, addomesticato e tenuto come animale da compagnia e fedelissima guardia del corpo, ed evoluzione del più frizzante e pestifero Meowth, uno dei quali era stato assegnato anche a Jessica e James.

Chissà dove s'è nascosto...?, si chiese James continuando a cercare il gatto. Guardò sotto tutti i drappeggi e le coperte rosse della stanza riparata ed ombreggiata del capo, ma senza trovare alcunchè. Eppure in genere Dark Persian adorava la morbidezza delle coperte di seta!

Maledetto gattaccio!

esclamò impazientito il cadetto versando in ginocchio crocchette essiccate nella ciotola

Fai anche tante storie, adesso! Ah, se non fosse stato per il capo saresti ancora a cacciare Rattata e Farfetch'd in mezzo ai boschi! All'improvviso, da ingimocchiato che era, James, spaventato da uno spaventevole miagolìo di battaglia, cacciò un urlo e si alzò fulmineamente, sentendo il dolore di due unghiate tanto possenti quanto ben familiari giungergli fin sotto il corpetto d'ordinanza. Voltatosi, altro non vide che il gatto saltellare qua e là tutto contento per l'agguato riuscito, strisciare poi con sinuose movenze tipiche dei Pokèmon gatti e scrutarlo con quella solita aria beffarda che James conosceva da cinque anni.

Persiano viziato e rognoso!

imprecò il cadetto

che tu sia tramutato in pelliccia! James sedette quindi sull'unico sofà della camera, coperto con seta rossa in tono e intelligentemente posto davanti a una robusta sedia in pelle.

Cos'è questo rumore? Permesso?

disse Jessica sbirciando attraverso la porta socchiusa

Oh, James, sei solo tu. L'ora dell'appuntamento è vicina e ho voluto essere più che puntuale. James grugnì e non rispose.

Non mi dire che...? James grugnì di nuovo quando Jessica lo spinse leggermente in avanti per vedere il suo corpetto coperto di graffi. La donna non la smetteva più di ridere.

E' troppo forte! Troppo forte! Cinque anni!, che si ripete questa scena! Quanti giubbini hai cambiato finora?! Uh, uh, uh!

Molto divertente... vorrei vedere te, a dar da mangiare a questo gattaccio pidocchioso colla stazza d'una lince!, mugugnò il cadetto.

Suvvia! Non dicevi tu stesso che in fin dei conti è buono?

Grazie tante, ora che gli ho servito il pranzo!

Ah, con le bestie bisogna saper trattare!, scherzò Jessica accarezzando Dark Persian, che facendo le fusa si strusciava gioiosamente contro le sue gambe ben fatte.

Evidentemente preferisce le belle signore!, disse la donna con comico orgoglio rispondendo alle feste dell'energico felino.

Gatto maiale! Gatto maiale!, cominciò allora James, facendo di nuovo infuriare l'animale con gran divertimento della collega.

Dark Persian! tuonò una voce cavernosa entrando nell'alloggio

Vieni qui. L'animale, mutata espressione, obbedì ciecamente.

Bene, fa' il bravo... non dar più fastidio a James. La tetra figura proseguì oltre il letto fino alla sua bella poltrona. I due impiegati si alzarono in piedi facendo il saluto. Era il capo.